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Sindrome di Asperger: Un Gioco per crescere

 

Combattere a colpi di gioco di ruolo (GdR) le difficoltà legate a questa condizione ed aiutare i ragazzini a prendere confidenza con le proprie caratteristiche e capacità è l’obiettivo di alcune recenti proposte che sfruttano le tipicità dei Role Playing Games a supporto dello sviluppo delle abilità socio-relazionali, comunicative ed immaginative.

 

Se parliamo di Giochi di Ruolo, il primo nome che potrebbe venire in mente è senza dubbio Dungeons & Dragons, nato a metà degli anni ’70 dalle geniali menti di Gary Gygax e Dave Arneson.

Ma il gioco di ruolo  esiste da sempre, essendo niente altro che l’evoluzione, con regole e setting, del gioco che si faceva da bambini “Facciamo che io sono….”

Nato come mezzo per far socializzare i ragazzi che avevano difficoltà ad avere relazioni sociali intorno ad un elemento comune aggregante, come una storia epica o fantasy, nel classico GdR i partecipanti assumono fittiziamente il ruolo di un personaggio di cui interpretano narrativamente le avventure, in uno spazio immaginato, insieme a compagni coordinati da un “gamemaster” narratore ed arbitro. Il gioco segue un importante sistema di regole e, tramite il tiro dei dadi, viene via via stabilito come le varie azioni dei giocatori riescano o falliscano.

 

Il settore del GdR è stato spesso deriso o guardato con sospetto e diffidenza, fino a quando il mondo scientifico ne ha riscoperto le sue indubbie qualità, addirittura come contributo al trattamento di diverse condizioni piscologiche. In tempi recenti, si è pensato a questa modalità ludica per aiutare i ragazzi affetti da disturbi lievi dello spettro autistico ad interagire con altre persone sviluppando amicizie spontanee, potenziando la teoria della mente, il problem solving, l’immaginazione, le funzioni esecutive, il comportamento collaborativo e comunicativo. Il tutto sfruttando quelle componenti tipiche del gioco di ruolo in grado di attrarre le persone che presentano peculiarità tipiche dello spettro autistico, come ad esempio l’attenzione minuziosa ai dettagli e l’interesse per la sistematizzazione e la codifica in regole.

Mentre nel mondo l’esercizio di questo approccio è consolidato, in Italia sono stati tentati alcuni progetti come quello proposto dal Laboratorio Educativo CuoreMente, Spazio Asperger ONLUS. Il successo riscontrato ha portato altre realtà – come ad esempio la Fondazione Volta di Como - a contemplare questa metodologia, specie nel periodo di pandemia attuale di Covid-19,  iniziando a studiarla in termini di efficacia clinica.

Il principale svantaggio che si era riscontrato finora dipendeva dal fatto che venivano usati prodotti che, per quanto adeguati o rielaborati, erano stati contemplati per persone senza disturbo dello spettro autistico. Questa lacuna è stata colmata dall’associazione Game to Grow in questi anni, quando, grazie ad una campagna Kickstarter, è stato finanziato e creato, con l’aiuto di genitori e terapisti, il primo GdR specificatamente realizzato per l’autismo e lo sviluppo delle abilità sociali (“Critical Core” https://gametogrow.org/criticalcore/ ).

Vi è ancora molto da studiare in modo da fornire un prodotto all’altezza di questo delicato compito, ma questi primi passi dimostrano che l’integrazione fra gioco e terapia è possibile e auspicabile, in modo da ottenere importanti risultati .

 

 

 

 

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